Il cemento armato rappresenta sicuramente il metodo più classico di costruzione di una piscina, anche se nelgi ultimi anni si sono sviluppate tecniche diverse altrettanto valide.
Sempre nel campo delle realizzazioni in cemento, infatti, si sono diffusi metodi alternativi alla classica armatura, con l’utilizzo di casseri a perdere e moduli in cemento prefabbricati. Quando si realizzano vasche di grandi dimensioni, comunque, è quasi sempre preferito l’utilizzo del cemento armato.
Le vasche in cemento possono essere appoggiate su fondazioni oppure direttamente al terreno (controterra). Le vasche sospese su fondazioni hanno il vantaggio di essere totalmente ispezionabili, di garantire che il passaggio delle tubazioni provenienti dall’impianto di filtrazione sia a vista, meno soggetto a rischi di rottura in fase di realizzazione e di più facile manutenzione; inoltre, l’ispezionabilità della struttura consente di intervenire con una certa facilità anche nel malaugurato caso di perdite d’acqua.
E’ possibile anche una soluzione mista, adottabile soprattutto nel caso di vasche con una parte molto più profonda del resto della struttura: in questo caso si può appoggiare al terreno la parte profonda e lasciare sospeso il resto. La vasca controterra può a sua volta essere appoggiata solamente sulla fondazione e non sulle pareti, che possono essere circondate da un cavedio, più o meno facilmente ispezionabile ma comunque utile al passaggio ed alla eventuale necessità di intercettazione delle tubazioni.
E’ comunque possibile appoggiare a terra tutta la vasca, fondo e pareti, avendo cura in questo caso di far passare le tubazioni in alloggiamenti protetti..
Naturalmente queste diverse tipologie richiedono modalità costruttive e attenzioni progettuali diverse, con conseguenti diversi costi di realizzazione.
Prima di progettare una vasca in cemento armato è indispensabile conoscere approfonditamente le caratteristiche del terreno, per valutarne la consistenza e prevenire possibili cedimenti differenziali, che potrebbero anche portare alla rottura del bacino. I sondaggi geognostici sono previsti obbligatoriamente dalla legislazione italiana e vanno eseguiti da un geologo. Vanno ricercate, inoltre, possibili falde acquifere nelle vicinanze dello scavo.