Quando fa molto caldo, la situazione dell’acqua inevitabilmente cambia, ed arrivano i problemi
Quando l’estate si fa sentire con temperature bollenti, arriva l’incredulità: ma quanto consuma la piscina!?
È corretto che quando le temperature superano i 30° si consumino molti più prodotti chimici? Sì, è inevitabile.
Le temperature torride, unite all’irraggiamento solare, “consumano” più cloro, che viene decomposto dai raggi UV. Il maggior consumo di cloro rende l’acqua più alcalina, cioè alza il pH, e quindi si consuma più acido. Con tanto sole aumenta la produzione di alghe, perché senza centralina non si riesce ad avere un dosaggio di disinfettante costante, e quindi sono necessari più trattamenti. L’aumento di flocculante, spesso contenuto nelle pastiglie “multifunzione”, intorbidisce l’acqua, quindi si aggiungono schiarenti, chiarificanti, e cose varie.
Alla fine, i risultati sono duplici: si spende di più e l’acqua va sempre peggio.
Che fare, dunque?
Il “piano A” è quello di cambiare più acqua. Meglio spendere qualche euro per qualche metro cubo, piuttosto che fare il bagno in una concentrazione esagerata di prodotti chimici vari.
Il “piano B” è quello di affidarsi a manutentori veramente esperti, che non buttino prodotti a caso, senza nemmeno sapere di cosa si tratta. Fate una prova: chiedete il nome della sostanza chimica che stanno utilizzando. Se vi rispondono “pH meno” invece di acido solforico, non è il manutentore che fa per voi.